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Rai, ok su maxi-stipendi. ‘Meno 830mila a Fazio e taglio del 30% a Vespa’

L’ok ai maxi-stipendi c’è stato, ma con una sforbiciata. Il CdA della Rai ha dato il via libera alla stipula dei nuovi contratti per i conduttori che percepiscono di più della soglia di 240mila euro l’anno. Il Consiglio di amministrazione di viale Mazzini all’unanimità ha votato a favore del contratto con la società L’Officina, costituita di recente da Fabio Fazio e Magnolia, che produrrà Chetempochefa, in onda, dal 24 settembre, su Rai1 in prima serata.

Quanto incasserà, dunque, la società di Fazio? Il Servizio pubblico, in un comunicato, ha fatto sapere: “L’accordo prevede un taglio di spesa di circa l’8% per ogni puntata di prima serata rispetto al preventivo iniziale con un costo complessivo a puntata inferiore di oltre la metà rispetto alla media dell’intrattenimento di rete”.

Scrive il Sole24Ore “secondo le ricostruzioni in Consiglio si sarebbe parlato di una riduzione di 830mila euro annui rispetto al budget iniziale con costo a puntata che scende così a 409.700 euro in prima serata (contro gli 1,2 milioni di ‘Ballando con le stelle’) e 163mila euro per le seconde serate”.

Sul tavolo del CdA il direttore generale della Rai, Mario Orfeo, ha portato anche il nuovo contratto per la società che produce ‘Porta a Porta’. La sforbiciata è toccata anche a Bruno Vespa: “un taglio di oltre il 30% del compenso e la riduzione di un terzo della sua durata, due elementi di cui il CdA ha preso positivamente atto”, si legge nella nota della Rai. “Ho accettato in segno di solidarietà con i dirigenti Rai”, ha affermato il conduttore Vespa.

I maxi-stipendi in Rai? “Da non pagare con il canone!”

Dopo la firma chi pagherà il cachet ai conduttori e alle star che lavorano per e nella Rai? “Non devono arrivare dal canone di abbonamento”, ha detto, chiaramente, Enrico Morando, viceministro dell’Economia e delle Finanze durante l’audizione alla Commissione parlamentare di Vigilanza Rai. La linea del Governo, quindi, è questa: con i soldi degli abbonati è possibile finanziare solo programmi e contenuti di reale Servizio pubblico universale, mentre le risorse per i servizi di valore (come Chetempochefa, Porta a Porta, ecc…) devono provenire da altre fonti. 

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