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Bruxelles vuole introdurre una serie di verifiche per assicurarsi che i dati del registrant siano veritieri.

 

Quando si registra un nome di dominio è necessario fornire alcuni dati, come il nome e cognome o la ragione sociale del titolare (noto come registrant) e i relativi indirizzo, numero di telefono (generalmente opzionale) e indirizzo email.

Tuttavia, nessuno esegue controlli sulla veridicità di queste informazioni: pertanto, in realtà si può registrare un dominio in maniera assolutamente anonima fornendo dati inventati.

Per l’Unione Europea questa possibilità è inaccettabile e perciò è allo studio una direttiva che introduca per tutti i domini registrati sul territorio dell’Unione una serie di verifiche affinché i dati inseriti possano essere controllati.

Le modalità di verifica non sono ancora definite nel dettaglio; si sa, per esempio, che l’intenzione è di obbligare il registrant a fornire un numero di telefono valido (senza il quale presumibilmente la registrazione non potrà procedere) ma anche di implementare verifiche per tutti gli altri dati.

Una verifica in tempo reale potrebbe assumere diverse forme: potrebbe tradursi nell’obbligo di utilizzo di una identità digitale (come l’italiano SPID) per la registrazione oppure in quello della fornitura di un documento.

La proposta parla di «misure tecniche e organizzative, come un processo di conferma per la registrazione» ma non entra nei dettagli. C’è da sperare che i sistemi adottati siano rapidi, altrimenti per i più “anziani” si tratterà di una sorta di ritorno al passato, in particolare al tempo (non troppo lontano) in cui per registrare un dominio .it era necessario inviare un fax.

L’Icann è assolutamente a favore di una norma di questo tipo, e dello stesso parere sono le organizzazioni che si occupano di tutelari i diritti dei titolari di copyright, per motivi che non è difficile immaginare.

Da più parti si levano però voci che sottolineano come l’istituzione di controlli stringenti sui dati dei registrant ponga problemi seri, in particolare per quanto riguarda gli attivisti e quanti rivelano informazioni riservate (i cosiddetti whistleblower).

Il parlamentare europeo Patrick Breyer, del Partito Pirata Tedesco, ha definito la proposta della UE «un grosso passo in avanti verso l’abolizione delle pubblicazioni anonime e delle fughe di notizie in Internet».

«Una norma del genere metterebbe in pericolo i gestori di siti web, perché soltanto l’anonimato protegge efficacemente dal furto e dalle perdite di dati, dallo stalking e dal furto d’identità, dal doxing e dalla compilazione di liste di proscrizione».

Di parere contrario all’introduzione della norma è anche il tedesco DENIC, gestore del TLD .de, secondo il quale la verifica dei dati dei registrant non aiuterà ad aumentare la sicurezza in Rete né a prevenire gli abusi.

«Vogliamo sottolineare» – spiega l’ente – «che l’identificazione del registrant non fornisce alcun dato circa l’entità che effettivamente ha il controllo tecnico sul dominio, né tantomeno su quanti forniscono i contenuti o i servizi erogati sotto quel dominio»

Entro la fine del mese in corso si concluderà la raccolta dei pareri dei soggetti coinvolti nel settore; la discussione interna al Consiglio dell’Unione Europea inizierà subito dopo.

Fonte: zeusnews.it

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