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Il 50% degli utenti condivide con il proprio partner PIN e password dei propri dispositivi. Un utente su tre ammette di spiare il proprio partner online. Nella vita di coppia digitale si corre il rischio di condividere con terzi “informazioni che sarebbe meglio tenere segrete”.

 

All’interno di una relazione, i dispositivi di connessione alla rete (smartphone e tablet su tutti) sono sempre più condivisi. I personal device diventano sostanzialmente “tecnologie di coppia”, perché sono in molti a voler condividere il medesimo apparecchio con tutti i dati in esso contenuti.

L’80%, delle persone è convinta che le coppie debbano avere un proprio spazio privato, sia online che offline, mentre il 70% degli individui dà più valore alla relazione piuttosto che alla privacy. I dati sono di un’indagine Kaspersky Lab, secondo cui il 50% degli utenti condivide con il proprio partner apertamente PIN e password dei propri dispositivi e un quarto delle persone ha aggiunto l’impronta digitale sul dispositivo della propria metà.

Tecnologie di coppia, che magari migliorano i rapporti e potenziano la fiducia, ma che allo stesso tempo rendono più vulnerabile la privacy dei due partner. Quando condividiamo l’accesso alla nostra vita digitale, hanno spiegato i ricercatori, “esponiamo le nostre impronte digitali e riveliamo i nostri segreti, che siano buoni o cattivi.

I partner con rapporti di coppia instabili hanno anche maggiori probabilità di ritenere che la propria privacy venga messa in pericolo dal partner (31%), rispetto a coloro che vivono una relazione felice (15%).

Quando si forma una coppia, i confini della privacy online potrebbero essere messi in discussione e le persone potrebbero non essere preparate al fatto che il partner conosca e acceda alla propria vita online. I partner che utilizzano i dispositivi dell’altro o spiano la vita dei propri cari, oltrepassano sicuramente i confini della privacy”, ha affermato Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky Lab.

Tra le attività che vengono mantenute maggiormente segrete ci sono il contenuto dei messaggi inviati ad altre persone, il modo in cui utilizzano i propri soldi, alcuni file personali e i siti web visitati.

La questione della privacy e della riservatezza che circonda le attività online potrebbe anche portare a litigi tra i partner e infatti dallo studio risulta che un terzo degli intervistati (33%) ha avuto una discussione dopo aver scoperto che il partner aveva visto qualcosa sul device che l’altro non avrebbe voluto condividere.

 Le truffe online sono tantissime nei giorni che precedono la festa di San Valentino. Solo nel 2016 il danno economico è stato di 230 milioni di dollari, ma secondo Webroot la cifra reale è almeno il doppio, visto che molti casi non sono stati denunciati.

Le url dannose di improbabili siti web per fare regali all’amato/a hanno infettato il 220% in più di utenti nella settimana che ha preceduto la festa degli innamorati nel 2016.

 

Fonte: Key4biz.it

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