La Cina continua la sua marcia forzata verso la green economy e la low carbon economy. Secondo i dati dell’ultimo Report dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), il grande Paese asiatico ha investito l’anno passato oltre 44 miliardi di dollari in progetti di clean energy, non solo in patria, ma anche in altri mercati.
Praticamente, in un anno la Cina ha investito il 37% in più in soluzioni tecnologiche per l’energia pulita (nel 2016 aveva speso circa 32 miliardi di dollari in questo settore). Come ha spiegato uno degli autori del Rapporto, Tim Buckley, “la Cina sta progressivamente prendendo il posto degli Stati Uniti nel mercato delle tecnologie a basso impatto ambientale e in quello delle soluzioni per l’energia pulita, quindi anche delle rinnovabili”.
“Il nuovo corso voluto dall’amministrazione Trump, di quasi totale disimpegno del Paese nell’affrontare i cambiamenti climatici e promuovere la green economy – ha evidenziato il ricercatore – ha di fatto aperto le porte al nuovo investitore cinese che presto sarà leader di diversi settori tecnologici in chiave rinnovabili e clean energy, ma anche dello storage e della mobilità elettrica”.
Tutte aree di investimento, queste ultime, che nei prossimi anni saranno le leve strategiche di una nuova fase di crescita e innovazione a basso impatto ambientale, con l’affermazione di nuove tecniche e tecnologie che consentiranno l’affermazione dell’eMobility (auto, veicoli di ogni grandezza, scooter, biciclette), grazie a infrastrutture energetiche e di ricarica più diffuse ed efficienti, ma anche allo sviluppo delle nuove batterie per l’accumulo dell’energia generata da fonti rinnovabili.
Qualcosa inizia a muoversi anche in Europa e si fa strada in maniera sempre più decisa l’economia decarbonizzata, o low carbon economy, con un nuovo record delle rinnovabili sul carbone. Nel 2017, secondo dati Eurostat, l’Unione europea ha visto generare più energia elettrica da vento e sole (l’idroelettrico non è stato preso in considerazione) che dal vecchio carbone.
L’energia pulita in Europa è aumentata del 12% l’anno passato, un dato che è più del doppio di quanto registrato nel 2010. Complessivamente, conferma anche uno studio Sandbag/Agora, l’energia generata dalle rinnovabili è arrivata a 679 terawattora contro le 669 generate dal carbone.
Oggi, il 15% delle emissioni nocive deriva proprio dall’industria del carbone e i suoi 258 impianti distribuiti in tutta l’Europa. Fattibilità a parte, abbiamo il dovere di insistere sulla strada della decarbonizzazione dell’economia e di fare di tutto ciò che in nostro potere affinchè entro il 2030 si raggiunta il 35% di energia generata dalle rinnovabili in tutta l’Unione.
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