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In questo articolo di Cristina Calzecchi Onesti riflette sulla diffusione dell’Intelligenza Artificiale e quanto questa, nel 2023, continuerà a progredire.

Non c’è dubbio che nel 2023 l’Intelligenza Artificiale (IA) entrerà maggiormente nelle nostre vite e nei cicli produttivi delle aziende, le quali già in larga parte ricorrono a questa tecnologia innovativa per ottimizzare i processi e ridurre i costi. Stesso discorso vale per l’utente, mediamente ancora scarsamente “alfabetizzato” nel nostro Paese, mentre in Cina i bambini ci giocano fin dall’asilo. Più trasparenza e spiegazioni chiare sono necessarie a creare fiducia, un uso più consapevole e costruire connessioni. Per questo anche le nostre Istituzioni desiderano avere un maggiore controllo sulla nuova tecnologia.

L’IA sta conquistando i mercati di tutto il mondo, ma solo l’Unione Europea ha sentito per prima la necessità di creare un codice etico. Nel 2023 l’esame delle mitigazioni dei rischi contenuti anche in questa innovazione, così come in tutte le altre della storia scientifica, continueranno e presto sarà possibile avere i primi regolamenti. Alcuni esempi di rischi? Il riconoscimento facciale utilizzato per il controllo della popolazione o anche solo per multare un guidatore che passa con il semaforo rosso, come avviene già in Cina, da noi si scontra palesemente con il diritto alla privacy. Anche una IA preposta al controllo qualità, ad esempio del cibo, se tarata con malizia, potrebbe immettere sul mercato prodotti non perfettamente in linea con gli standard autorizzati e facilmente riconoscibili a occhio nudo.

Utilizziamo l’IA senza accorgercene

Resta il fatto che il processo di innovazione è in atto e spesso noi già ci rapportiamo con l’intelligenza artificiale senza necessariamente esserne pienamente coscienti. Un esempio efficace è il feed delle piattaforme dei social media, come Instagram o Facebook, sovraccaricato da immagini create dall’Intelligenza Artificiale. Oggi è possibile caricare molte foto di sé stessi con le quali l’IA può creare avatar del proprio viso. Questa funzionalità ha attirato anche persone che non avevano mai sentito parlare di Intelligenza Artificiale, a dimostrazione di come l’IA stia diventando mainstream e sia utilizzata più massivamente dal pubblico, come ci ha spiegato Petra Bárány, esperta di social media per la start up Asc27 specializzata in IA.

Secondo le previsioni”, prosegue Petra Barany, “nel 2023 sempre più aziende utilizzeranno i chatbot basati sull’AI, non solo per chiedere aiuto o informazioni sui prodotti, ma anche per la gestione dei reclami dei clienti. I 5 milioni di utenti che immediatamente si sono iscritti alla chatbot di OpenAI (ChatGpt), che risponde a tutte le domande ed è in grado di elaborare testi con un linguaggio estremamente plausibile e in tempo reale, ne è ulteriore esempio, così come il successo della piattaforma Dell-2, che suggerisce realizzazione grafiche per qualsiasi tema si inserisca nella stringa della search.

Non perché, ma come usare l’IA

Il punto, dunque, è che il progresso non si può e non si deve arrestare e che l’Intelligenza Artificiale, è già a nostra disposizione. Ma noi siamo pronti a questa rivoluzione culturale? Siamo consapevoli di tutte le sue peculiarità, positive e negative? Siamo disposti a rinunciare all’empatia dei rapporti umani nel presentare una richiesta di mutuo o un reclamo? Sappiamo quanti software, in cambio di servizi sempre più avanzati, acquisiscono nostri dati attraverso i quali veniamo schedulati e profilati per gli scopi più vari?

Il metaverso colmerà le distanze fisiche

L’Intelligenza Artificiale ci porta, poi, al metaverso, ancora non nella fase mainstream, ma in viaggio verso di noi. Durante le restrizioni dovute al COVID-19 le persone hanno sperimentato quanto non fosse necessario essere fisicamente presenti a una riunione per essere produttive, sebbene la maggior parte delle aziende e delle università abbiano notato anche effetti collaterali negativi del lavoro da remoto per l’assenza di interazione tra le persone.

Siamo creature sociali e abbiamo bisogno di interagire gli uni con gli altri per creare legami. Il legame si è rivelato molto importante, tant’è che secondo molti studi, lavorare è più piacevole e produttivo se si va d’accordo con i colleghi. Tuttavia, a causa della globalizzazione, le aziende spesso hanno dipendenti distanti tra loro ed è costoso organizzare le trasferte di lavoro. Ecco allora che arriva il metaverso come soluzione, perché le parti possano sperimentare la vicinanza di altri esseri umani anche quando fisicamente distanti. Nel metaverso del 2023 saranno presenti umani digitali interamente costruiti dalla tecnologia AI, in grado di interagire come normali esseri umani.  Anche per quanto riguarda la formazione i dipendenti non avranno più bisogno di viaggiare, ma potranno completarla comodamente da casa.

di Cristina Calzecchi Onesti, Ufficio Stampa Asc27

Fonte:bitmat