Secondo un campione di professionisti del marketing i dati relativi alle abitudini di navigazione online degli utenti saranno i più colpiti dal nuovo regolamento Ue.
Quali sono i dati più esposti alle nuove norme del GDPR in ambito marketing digitale? Un’indagine condotta nel terzo trimestre 2018 su un campione di 227 dirigenti senior di area marketing da CMO Council e SAP evidenzia che il 54% degli intervistati non userà più i cosiddetti “dati comportamentali” degli utenti raccolti dalla navigazione del browser e dallo storico delle ricerche su motori di ricerca online per non correre il rischio di incorrere in violazioni del GDPR.
Il GDPR in vigore da maggio impone la richiesta esplicita del consenso dell’utente online per l’utilizzo dei suoi dati da parte di n’azienda, pena una sanzione che può arrivare fino a 20 milioni di euro o al 4% del giro d’affari globale
E’ anche per questo che Google ha semplificato le procedure di cancellazione dei dati di navigazione.
La raccolta dei dati sulle abitudini di navigazione prevede il consenso.
L’utilizzo di questi dati a scopi pubblicitari prevede l’analisi dei dati raccolti da una pletora di aziende, tutte coinvolte nella realizzazione di n singolo spot. Questo fatto non è conosciuto dalla maggioranza delle persone ignare per lo più del processo, che diventa quindi molto complesso per le aziende con l’avvento del GDPR, perché tutte dovrebbero chiedere il consenso al trattamento dei dati personali per realizzare un singolo spot.
Dipenderà quindi in larga misura dall’interpretazione normativa del regolatore capire se lo studio delle abitudini di navigazione e dei comportamenti degli utenti online avrà un futuro oppure no.