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Né censura né leggi vincolanti. Per provare a combattere le fake news sarebbe utile venire a conoscenza degli algoritmi con cui FacebookTwitterGoogle & Co selezionano e diffondono i post degli utenti. È questo uno dei cinque ‘rimedi’ contro la disinformazione online contenuti nel rapporto redatto da 39 esperti autonomi scelti della Commissione Ue, e consegnato alla commissaria europea al digitale, Mariya Gabriel.

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Dunque, i membri del gruppo che hanno stilato il report, consigliano alla Commissione Ue di chiedere agli Over the Top (Ott) informazioni più trasparenti e pertinenti sul funzionamento degli algoritmi con cui selezionano e diffondono le notizie, ma anche le fake news. n particolare in cooperazione con alcuni organi d’informazione europei, le piattaforme online sono anche invitate ad adottare misure efficaci per migliorare la visibilità delle notizie affidabili e attendibili e facilitarne l’accesso per gli utenti.

Mettere le mani sul ‘motore’ delle piattaforme del web fa gola a tutti, ma non sarà così facile, infatti gli stessi relatori auspicano ci siano questa disponibilità da parte dei giganti del web. Nessuna proposta di legge vincolante anche perché tra i 39 esperti figurano i rappresentanti di Facebook, Twitter e Google. Forse anche per questo ‘conflitto d’interesse’ il rapporto commissionato dalla Commissione Ue è troppo soft nei confronti degli Ott, ai quali non si applicherà nessuna censura né norma ad hoc, ma si chiede autodisciplina e autoregolamentazione.

Le quattro raccomandazioni indicate dal rapporto per combattere la disinformazione online (“evitare deliberatamente l’espressione fake news, scrivono i 39 esperti, “perché inadeguato a rendere la complessità del problema della disinformazione, che riguarda anche la mescolanza di fatti reali e informazioni inventate”.):

  1. Promuovere l’alfabetizzazione dei media e dell’informazione per contrastare la disinformazione e aiutare gli utenti a navigare nell’ambiente dei media digitali;
  2. Sviluppare strumenti per responsabilizzare utenti e giornalisti per affrontare la disinformazione e promuovere un impegno positivo con tecnologie dell’informazione in rapida evoluzione;
  3. Salvaguardare il pluralismo e la sostenibilità dell’ecosistema dei mezzi di comunicazione europei.
  4. Promuovere la continua ricerca sull’impatto della disinformazione in Europa per valutare le misure adottate da diversi attori e adeguare costantemente le risposte necessarie.

Basterà tutto questo per avere la meglio sulle fake news? Considerate “un pericolo per la democrazia” dall’83% delle 26mila persone intervistate nell’Ue da Eurobarometro.

Riuscirà la Commissione Ue a trovare le “opzioni concrete” di cui parla la commissaria Gabriel per risolvere la disinformazione online? “Disinformazioneche”, secondo Tim Berners-Lee, l’inventore del world wide web, “minaccia l’utilità sociale del web” caratterizzato da “poche piattaforme dominanti”. Berners-Lee ha scritto: Quello che una volta era una ricca selezione di blog e siti web è stato compresso sotto il potente peso di poche piattaforme dominanti. Questa concentrazione di potere crea una nuova serie di guardiani, consentendo a una manciata di piattaforme di controllare quali idee e opinioni sono viste e condivise”.

 

Fonte: Key4Biz.it

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