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Gli smartphone sono dispositivi estremamente inquinanti, stando a quanto emerso da un nuovo studio condotto da due professori dell’università canadese McMaster. Secondo le nuove previsioni, pare che l’impatto della filiera produttiva degli smartphone sulla creazione dei gas serra sia maggiore di quanto ipotizzato in precedenza ed entro il 2020 questi saranno i dispositivi di elettronica di consumo più pericolosi per l’ambiente, arrivando a superare il livello di emissioni prodotte dall’utilizzo di computer fissi e portatili.

Sebbene gli smartphone consumino un modesto quantitativo di energia durante l’utilizzo, ben l’85% del gas serra prodotto da questa categoria proviene dal ciclo produttivo. Oltre a ciò, la durata limitata limitata nel tempo delle loro batterie spinge senza sosta la produzione di nuovi modelli, mentre un’altra fonte di inquinamento è rappresentata dal processo di estrazione dei metalli rari utilizzati per realizzare i chip e le schede madri presenti all’interno di questi dispositivi.

Il report sottolinea anche l’impatto causato da molti dei servizi accessori, come ad esempio le emissioni provenienti dai data center che gestiscono tutte le operazioni di rete, come l’invio di messaggi o le telefonate, dal momento che molte di queste infrastrutture continuano ad essere alimentate con combustibili fossili.

Tuttavia sempre più società stanno spingendo verso la creazione di data center completamente mossi da fonti di energia rinnovabile, come ad esempio quelli di Google e Facebook. Gli autori della ricerca sottolineano anche l’insostenibilità dei piani tariffari che offrono aggiornamenti biennali per gli smartphone, i quali alimentano la continua domanda di nuovi dispositivi.

Nel suo complesso, il settore delle telecomunicazioni rappresenta al momento circa l’1.5% delle emissioni di gas serra globali, tuttavia le previsioni suggeriscono che questa percentuale potrebbe raggiungere il 14% entro il 2040, arrivando a pesare quanto la metà dell’intero settore dei trasporti su scala globale. Insomma, si tratta di uno scenario allarmante che richiede la massima attenzione da parte dei produttori.

 

Fonte: HDBlog.it

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